Clive Exton scrive nel 1990 "Twixt", un titolo che si sarebbe potuto tradurre semplicemente con "L'incastrato"; nella traduzione italiana è stata sostituita la "x" in "s" e ne è uscito Twist. Geniale intuizione del traduttore! È questo il ritmo che accompagna l’ascolto del testo sin dall'inizio incalzante, un ritmo che penetra nelle orecchie dello spettatore, mentre le battute si aggrovigliano e le situazioni diventano sempre più assurde.
Roy Lewis. Uomo d’affari. Sposato. Tre figli. Una doppia vita. E fin qui tutto ok. Possiede un accogliente cottage nella campagna inglese, nel quale trascorre molti fine settimana all’insaputa della moglie che lo crede in “trasferta di lavoro”... Ed anche fin qui è tutto nella norma. Questi “weekend di lavoro” Roy non li passa da solo, ma... in compagnia di una donna, è ovvio! Potrebbe sembrare ancora tutto come da copione se la donna con la quale si incontra non fosse opprimente, gelosa, bisbetica, ficcanaso e ...
Prima o poi, tutti i nodi arrivano al pettine. Il tranquillo cottage si anima di tutte le persone che fanno parte della vita “ufficiale” del povero Roy, che deve mettere in atto tutte le sue doti di improvvisazione per tentare di risolvere un groviglio di equivoci dentro al quale si è incastrato, inanellando una bugia dietro l'altra, fino all’inevitabile catastrofico, ma clamoroso finale.